Secolo XVII°

 

Il Palazzo

 

 

L'interruzione dei lavori

La fabbrica del nuovo Palazzo su progetto di Ammannati si interrompe per scarsità dei finanziamenti. Le entrate dello Stato sono assorbite quasi completamente dalla costruzione delle nuove mura della città che verranno terminate solo nel 1645. La guerra in Garfagnana e le spese connesse al conflitto nei primi venti anni del secolo assorbono una cifra pari a più di 200'000 scudi. Gli unici lavori rilevanti riguardano il rifacimento della Palazzina della Guardia Svizzera nel 1619 e la sistemazione di alcuni ambienti interni curata dall’ingegnere urbinate Muzio Oddi. Lo stato della facciata del Palazzo è documentato da un disegno di Frediano Puccini del 1629. L’arredo del Palazzo si arricchisce di nuovi dipinti dei maggiori pittori lucchesi contemporanei attivi a Roma. Nel 1611 il Paolo Guidotti regala alla Repubblica la grande tela con l’Allegoria della Libertà lucchese ricevendo un premio di 100 scudi. Pochi anni dopo Pietro Paolini dipinge la Madonna del Rosario collocata anticamente nella sala del Consiglio Generale e infine Pietro Testa realizza negli anni ’30 un affresco sulla lunetta della porta di San Romano: "La Libertà Lucchese vince il Tempo", riproponendo nuovamente una variazione sul tema iconografico affrontato da Guidotti.
 

 

 

 

La Città

 

 

La Guerra in Garfagnana 1604-1620

Il quadro politico internazionale mutato dopo il trattato di Cateau-Cambrésis vede l’Italia sottostare alla sfera d’influenza Spagnola. La vita della città stato è turbata nei primi anni del Seicento dalle contese territoriali con Modena per la Garfagnana. Gli Estensi con il tacito assenso dei fiorentini, fomentano numerose provocazioni e scorrerie sul confine. L’obiettivo è di prendere il pieno controllo sul passo di San Pellegrino in Alpe. In varie occasioni i due stati scendono apertamente in guerra con operazioni concluse quasi sempre a favore di Lucca. Ma gli Estensi non intendono rinunciare a conquistare Castiglione. Il conte di Fuentes, governatore spagnolo di Milano, per evitare un allargamento della crisi, mette fine alla contesa ponendosi a fianco dei Lucchesi e ristabilendo la situazione originaria. Con l’arbitrato del Senato di Milano, nel 1618, Lucca deve però definitivamente rinunciare ai diritti che gli erano stati riconosciuti da Carlo IV di Lussemburgo nel 1369 su quelle comunità della Garfagnana ormai sotto amministrazione Estense.
 

 

 

La politica e l’economia

La restrizione in senso oligarchico della Repubblica subisce il definitivo compimento nel 1628. il Consiglio Generale seguendo l’esempio di Venezia, istituisce un Libro d’oro dove vengono ascritte le 224 famiglie che possono accedere alle massime cariche pubbliche contravvenendo palesemente agli ordinamenti costituzionali originari del Comune e della Repubblica. Questa decisione impoverisce e irrigidisce il sistema politico ed è parallela alla progressiva chiusura della città verso l’esterno ed al disimpegno dallo slancio imprenditoriale e commerciale dei lucchesi sulla scena internazionale. I grandi stati nazionali europei adottano una politica economica protezionistica. I mercanti lucchesi sono costretti a cercare piazze sempre più lontane e difficili. L’industria della seta non può più sostenere la concorrenza e la produzione diminuisce costantemente. I Lucchesi ripiegano ed investono i loro capitali nell’agricoltura disseminando il territorio della Repubblica di sontuose ville. La fertilità del territorio e il tessuto economico di piccole e medie proprietà terriere consente il mantenimento del benessere generale della popolazione. I governati illuminati curano con attenzione la pace sociale, investendo costantemente risorse dell’erario per prevenire gli effetti del rincaro dei viveri, delle carestie o dei disastri naturali.
 

 

 

Le mura 1545-1645

La politica estera e di difesa lucchese adotta alcuni ideali virtuosi per mantenere l’indipendenza. Rimanere ai margini degli eventi internazionali più pericolosi, evitare invidie e contrasti con i vicini, creare un sistema difensivo tanto possente da scoraggiare chiunque dal tentare un’invasione. Nel 1645 Lucca termina la costruzione della nuova cinta muraria iniziata un secolo prima che ha assorbito gran parte delle risorse finanziarie statali. La nuova cinta è costituita da un terrapieno largo alla base circa trenta metri e alto dodici, difeso da dieci baluardi e da una piattaforma circondata da un sistema di spalti con solo tre porte d’accesso. Grazie a questo deterrente Lucca, ormai sicura dalle mire espansionistiche di Firenze, trascorrerà tranquillamente la sua storia fino al 1799.