L’architetto Lorenzo Nottolini ebbe l’incarico dalla Duchessa di Lucca Maria Luisa di Borbone di ristrutturare il corridoio di collegamento tra la “Scala Regia” e gli “Appartamenti Reali” trasformandolo in “Galleria”.
Le opere di murature iniziate alla fine del 1818 erano ancora in corso nel febbraio 1820, e probabilmente questa data ne segna il completamento.
Il lavoro degli stucchi della Galleria, escluso i quattro pannelli alle pareti, della lunetta con il ritratto di Maria Luisa e dei due gruppi scultorei sopra i portali, fu affidato alla bottega di stuccatori Vincenzo Paoli e Paolo Guidotti situata a Firenze.
Ma i responsabili della decorazione, che diremmo maggiore, della Galleria fu un unico scultore abile e raffinato Salvatore Bongiovanni, professore di scultura all’accademia di Firenze.
Due sono i temi delle raffigurazioni.
Nella lunetta sottostante la cupola è ancora il motivo celebrativo della Duchessa, la cui effige è sostenuta dalle figure di Minerva, della Fama, e del Genio dell’Abbondanza; assistono da un lato le tre arti e dall’altro Mercurio e la personificazione dell’Agricoltura.
Le altre opere dei Bongiovanni nella Galleria riguardano il mito di Ercole.
I bassorilievi delle pareti raffigurano due delle leggendarie fatiche e due altre imprese dell’eroe: ’’Ercole che porta vivo a Euristeo il cinghiale di Erimanto” e “Ercole che libera dall’Ade Alcesti” presenta il semidio in lotta con le Erinni.
Nei due gruppi scultorei sopra i portali vi sono le raffigurazioni di Ercole e Onfale e “Ercole Divinizzato da Ebe”.
È difficile stabilire chi abbia fornito il programma delle sculture del Bongiovanni, forse la poetessa di corte Teresa Bandettini, che aveva composto poesie sulle vicende di Ercole.
È da attribuire alla poetessa la scelta, pastorale di due delle sculture marmoree “Ciparisso in atto di invocare la morte di Apollo” e “Silvia che chiede vendetta per la cerva uccisale da Ascanio", collocate al centro della Galleria nel cosiddetto “Tempio di Bacco” affrescato dal Bargioni.
L’Eneide è dunque ancora una volta fonte d’ispirazione per la decorazione, e non solo scultorea se si pensa alla sala da pranzo affrescata con storie tratte dal poema di Virgilio.